Ecotossicologia

Il termine ecotossicologia definisce “la branca della tossicologia che si occupa dello studio degli effetti tossici, causati da inquinanti naturali o sintetici, sui costituenti degli ecosistemi, animali (inclusi gli umani), vegetali e microbi.

Lab Control offre la possibilità di una valutazione della qualità dell’ambiente e delle sostanze o prodotti che in esso trovano utilizzo.

Il laboratorio di ecotossicologia è certificato dal Ministero della Salute per le Buone Pratiche di Laboratorio (BPL) ai sensi del D.Lgs. 50/2007.

Tra le più importanti ricordiamo:

  • test di tossicità acuta e cronica con utilizzo di alghe, crostacei e specie ittiche;
  • test di crescita algale con selenastrum capricornutum;
  • test di biodegradabilità e di bioaccumulo;
  • monitoraggio biologico dei corsi d’acqua con utilizzo dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.);
  • test di fitotossicità con lepidum sativum e lactuca sativa;

 

Test in vitro

Lab Control ha da tempo avviato un settore dedicato a specifiche prove in vitro, per la caratterizzazione di rifiuti e per la valutazione delle proprietà irritanti e corrosive di sostanze e miscele, poiché questi rappresentano settori in continua evoluzione e perfezionamento:

  • test in vitro per la valutazione delle proprietà irritanti;
  • test in vitro per la verifica della corrosività;
  • test su pelli ricostruite;
  • validazione informazioni tecniche ai fini della compilazione di schede di sicurezza
  • organizzazione di prove su specifiche richieste.

Test in vivo

Inoltre, Lab Control è in grado di eseguire test in vivo in accordo con l’autorizzazione n.01/2015-UT da parte del Ministero della Salute ai sensi dell’art.20 del D.lgs. 26/2014 in materia di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici per le seguenti specie animali: Pesci (Pisces); Trota (Oncorynchus Mykiss); Spigola (Dicentrarchus Labrax) e Orata (Sparus Aurata).

Biodegradabilità e compostabilità

Per promuovere la sostenibilità, i produttori si impegnano a ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti. Uno dei modi per farlo consiste nel prediligere componenti biodegradabili. 

La biodegradazione è il processo di decomposizione naturale delle sostanze organiche operato dai batteri. I batteri sono presenti in grandi quantità negli impianti di trattamento delle acque scarico nel suolo e nei corsi d’acqua e si riproducono trasformando i prodotti chimici organici in composti più semplici, sostanze nutritive e acqua. Dato che molti componenti contenuti nei detergenti sono costituiti principalmente da atomi di carbonio (si tratta quindi di sostanze organiche), i batteri sono in grado di decomporli, trasformandoli in CO2, acqua e sostanze nutritive. Se questo avviene, il componente non rappresenta un rischio per l’ambiente, in quanto CO2, acqua e sostanze nutritive non sono elementi pericolosi.

Esistono due forme di biodegradazione: quella aerobica, che avviene in presenza di aria e quella anaerobica, che avviene invece in assenza di aria. La biodegradazione aerobica produce biossido di carbonio, acqua e sali minerali, mentre il processo anaerobico, meno efficiente ma anche meno frequente, può portare alla generazione di metano o altri idrocarburi semplici. 

Lab Control è in grado di effettuare test di:

  • Biodegradabilità aerobica su compost maturo
  • Biodegradabilità aerobica in mezzo acquoso
  • Biodegradabilità anaerobica in mezzo acquoso
  • Biodegradabilità aerobica in acqua di mare
  • Verifica della compostabilità di imballaggi e materiali da imballaggio
  • Determinazione del grado di disintegrazione delle materie plastiche

Lab Control dispone di attrezzature per realizzare test di biodegradazione in acqua e suolo e test di disintegrazione ed ecotossicità secondo le seguenti normative:

  • Prove di compostabilità previste dalla norma UNI EN ISO 13432:2002 “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale”. Quest’ultima specifica i requisiti e i procedimenti per determinare la possibilità di compostaggio e di trattamento anaerobico degli imballaggi e dei materiali di imballaggio, considerando la biodegradabilità, la disintegrazione durante il trattamento biologico e, infine, l’effetto sul processo di trattamento biologico, ovvero sulla qualità del compost risultante.      
  • Per valutare la biodegradabilità del campione si usa il metodo UNI EN ISO 14855-1:2013 “Determinazione della biodegradabilità aerobica finale dei materiali plastici in condizioni controllate di compostaggio – Metodo di analisi della anidride carbonica sviluppata – Parte 1: Metodo generale”, come richiesto dalla succitata norma. Tale metodica permette di determinare la biodegradabilità di un materiale, simulando un processo di compostaggio aerobico intensivo. L’inoculo utilizzato consiste in un compost maturo stabile, derivato della frazione organica dei rifiuti urbani. Il materiale da testare viene miscelato all’inoculo e introdotto all’interno di reattori statici dove viene compostato, in condizioni ottimali di temperatura, umidità e concentrazione di ossigeno, per un massimo di 6 mesi.
  • La disintegrazione del campione si valuta secondo quando riportato dalla norma UNI EN 14045:2003 “Imballaggi – Valutazione della disintegrazione dei materiali di imballaggio nelle prove di utilizzo reale nelle condizioni di compostaggio specificate”, metodo che soddisfa i requisiti richiesti dalla norma UNI EN 13432:2002 e permette di valutare la disintegrazione di un materiale su scala pilota in condizioni definite di compostaggio. La durata del test è di 12 settimane e alla fine del processo, la disintegrazione è valutata attraverso la setacciatura del compost e relativi calcoli sul bilancio di massa. Il compost ottenuto alla fine dello studio deve essere poi analizzato al fine di determinarne la qualità e la eventuale fitotossicità.

  • La prova di fitotossicità è eseguita secondo il metodo OECD 208:2006 “OECD GUIDELINES FOR THE TESTING OF CHEMICALS – Terrestrial Plant Test: Seedling Emergence and Seedling Growth Test”, così come integrato dalla stessa UNI EN ISO 13432:2002 (§§ 8.1 e 8.2 e Appendice E). I semi vengono messi a contatto con il suolo trattato con il campione e vengono valutati gli effetti durante un periodo di 14-21 giorni, calcolati a partire dalla data in cui è germinato il 50% dei semi nel gruppo di controllo (compost testimone).

Biometanizzazione

Il test di fermentazione è utilizzato per valutare la produzione di biogas a seguito dei processi di degradazione anaerobica nel campione da analizzare.

Tale test si declina a livello pratico in una serie di diversi approcci dato che ben si applica a matrici diverse. Diffuso ormai nella valutazione del potenziale metanigeno dei rifiuti può essere infatti adattato ad altre situazioni, basti pensare agli impianti a biomasse ed alla loro ottimizzazione produttiva.

Lab Control ha messo a punto un test condotto su una batteria di reattori dove è introdotto il campione e dal sistema di accumulo del gas prodotto. In ogni reattore viene introdotta un’aliquota di campione con o senza inoculo a seconda della situazione operativa.

L’abbassamento del livello del liquido all’interno della colonna che riceve il biogas segnala la quantità dello stesso prodotto nel reattore e, attraverso la registrazione periodica del dato si ottiene il valore totale della produzione di biogas.

Inoltre il sistema in uso consente anche la captazione del gas per la successiva analisi chimica onde per discriminare con esattezza la composizione dello stesso (es. percentuale di metano).